mercoledì 10 novembre 2010

mi ritorna in mente..

Amarcor terzo capitolo.. Ovvero io e i tacchi..
Fra lavoro, figli e gravidanze ormai i tacchi per me sono una prerogativa coristica, obbligata direi cantando di fianco a una valchiria a metà strada fra Valeria Mazza e Sara Simeoni (e non invidio chi le canta dietro..). L'anno scorso vado a Firenze per un convegno, città nota per i suoi momumenti e i suoi momumentali negozi di pelletteria, e non resisto; acquisto compulsivamente un paio di chanel nere con zeppa 10 cm, zeppa infingarda in quanto molto sottile e più stretta alla base che alla pianta del piede. L'estate successiva si canta a Pella, ridente cittadina sul lago d'Orta, nota al mondo, fra le altre cose, per i suo ciottoli. Il concerto è estenuante, i piedi mi fanno malissimo, non riesco a stare eretta ma non posso accasciarmi in prima fila davanti al direttore.. In qualche modo stoicamente resisto. Finito il concerto le figlie mi assalgono, vogliono venire in braccio (povere innocenti illuse) e io, con un fil di voce, chiedo al marito dove sta l'auto.. "E' al di là di quel bel ponticello di ciottoli...". impreco nella mente, ma ci provo.. Molte occasioni della mia vita sono finite a piedi nudi, dal matrimonio alla laurea, questa volta voglio resistere.. Mi avventuro in quella che mi sembra la conquista dell'Everest, ma i trampoli sono alti, la gonna lunga e l'orlo ifingardo si infila sotto la zeppa.. Insomma, sono rovinosamente caduta a terra e sono arrivata in auto scalza..