venerdì 29 ottobre 2010

AmarcoR 2

Erano gli anni in cui dirigevo il glorioso coro delle Voci Bianche della Policomica (15-20 anni fa). Avevamo terminato le prove, tutti i genitori erano venuti a riprendersi la prole e io mi accingevo a riprendere la mitica Derelitta (automobile che tante volte ha fatto da Corobus) parcheggiata nel cortile della scuola comunale di musica del borgo natìo.

Erano circa le 18.45. Non so dire se fosse quasi autunno o primavera, so che il sole a quell’ora stava tramontando con quell’altezza all’orizzonte che, se non sei all’ombra, sei completamente accecata.

Non ero all’ombra.

E avevo il sole alle spalle.

Metto in moto e, con una perfetta curvatura di 90 gradi, con una retromarcia impeccabile e un gesto automobilistico disinvolto, che nemmeno Nuvolari ai tempi migliori…. vado con precisione certosina a schiantarmi nella fiancata dell’unica, solitaria macchina ancora parcheggiata nel cortile.

Era di un funzionario dell’assessorato alla cultura che conosceva bene mio padre e, non potendo coprirmi di contumelie, si è limitato a impallidire “percosso e attonito”. Non ricordo chiaramente che cosa mi abbia detto ma ricordo benissimo, nei suoi occhi, lo stupore incredulo per la mia mira.

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